Vol. 1, No. 1, May 2019

                

Learner corpora nella didattica delle lingue: uno studio sui costrutti possessivi della lingua russa

Learner corpora in second language teaching: a study of possessive constructions in Russian

Ksenia Balakina, Università di Bologna, Italia  https://orcid.org/0000-0003-1089-9024

Abstract

Lo scopo di questo studio è mostrare il modo in cui i learner corpora paralleli, ovvero le raccolte elettroniche delle traduzioni verso la seconda lingua (L2) effettuate dagli studenti, possono contribuire non solo al miglioramento della didattica della traduzione attiva, ma anche allo studio della L2 in generale. Verranno presentati i risultati di una ricerca basata sul primo learner corpus italiano-russo, che raccoglie traduzioni dall'italiano al russo, svolte da madrelingua italiani che studiano la lingua russa come L2 all'università. Ci si soffermerà soprattutto sulle particolarità dell’uso di alcune espressioni di possesso. Le traduzioni dal learner corpus verranno paragonati ai dati del Corpus Nazionale della Lingua Russa da un lato, e ai dati di alcuni precedenti studi sulla categoria di possesso dall’altro. Tale analisi contrastiva metterà in evidenza le difficoltà nella scelta di alcuni costrutti possessivi in base ai contesti e nella valutazione degli stessi dal punto di vista della norma attuale della lingua russa.

Parole chiave: learner corpora, learner corpora paralleli, traduzione attiva, costrutti possessivi, norma linguistica.

Abstract

The aim of the present study is to demonstrate that parallel learner corpora and specifically, collections of learners' translations into L2, can not only improve the inverse translation teaching process, but also contribute to the study of the actual linguistic norm of the L2. The paper presents the first parallel learner corpus that consists of the translations from Italian into Russian made by Italian students who study the Russian language as L2 at university. The author of the present study focuses mainly on the use of some possessive constructions in the Russian language. Students’ translations are compared to the data from the National Corpus of Russian Language, on one hand, and to the results of the previously conducted studies on the category of possession, on the other. Such a contrastive analysis demonstrates the difficulties in choosing between some alternative possessive constructions depending on the context, as well as in valuating the correctness of such uses through the prism of the actual norm of the Russian language.

Keywords: learner corpora, parallel learner corpora, inverse translation, possessive constructions, linguistic norm.

1. Learner corpora

La linguistica dei corpora è una disciplina affermata ormai da alcuni decenni e le attuali tecnologie permettono di raccogliere ed elaborare quantità sempre maggiori di testi. Dagli anni ’80 del secolo scorso i learner corpora sono diventati un ponte tra la linguistica dei corpora e l'area di ricerca che studia i processi legati all’apprendimento di lingue straniere, permettendo a quest’ultima di basare le proprie ricerche sui dati empirici (Granger, 1998).

I learner corpora sono le banche di dati elettronici che raccolgono i testi, scritti e orali, prodotti in una lingua che non è la madrelingua degli autori dei testi stessi. Questa lingua può anche essere chiamata “interlingua”, perché rappresenta una lingua intermedia tra la lingua natale e la seconda lingua di riferimento (Selinker, 1972).

Uno dei principali campi di applicazione dei learner corpora è la didattica delle lingue straniere (Granger, 1998, 2002, 2017; Granger & Tribble, 1998). L’analisi  statistica dei vari fenomeni che caratterizzano la produzione scritta e orale dei non-madrelingua, resa possibile soltanto con i corpora elettronici, permette di selezionare meglio il materiale che necessita di essere approfondito nei dizionari e nei manuali di grammatica. L’utilizzo dei learner corpora svolge un ruolo cruciale nello studio finalizzato all’apprendimento di una seconda lingua dai parlanti di diverse lingue. Questa tipologia di ricerca permette di creare i materiali didattici prendendo in esame i bisogni specifici di ogni gruppo di studenti in base alla loro lingua madre.

Al giorno d’oggi la maggior parte dei learner corpora che vengono costruiti sono monolingue, infatti gli esempi di learner corpora paralleli rimangono rari (per esempio, il progetto MUST[1]). Nell’attuale articolo verranno esaminati i dati del primo learner corpus parallelo italiano-russo.

2. Creazione del learner corpus parallelo

Il learner corpus italiano-russo raccoglie le traduzioni scritte verso il russo effettuate dagli studenti che studiano la lingua russa come L2 e frequentano il secondo ed il terzo anno di studi universitari. Il loro livello di conoscenza di lingua russa può essere valutato rispettivamente come B1 e B2.

Tutti i materiali per il corpus sono stati raccolti durante i corsi di traduzione attiva dall’italiano verso il russo e rappresentano dei brevi testi divulgativi su vari argomenti legati alla cultura, alla storia e alle tradizioni italiane[2]. Ad ogni testo originale in italiano corrispondono più versioni di traduzione in russo scritte da diversi studenti. Tutti i testi del learner corpus sono stati allineati al livello di frase.

Per la consultazione del corpus sono stati utilizzati gli strumenti disponibili on-line AntConc e AntPConc di Lawrence Anthony (Anthony, 2014).

3. Oggetto dello studio

Secondo l’ipotesi proposta nel 1957 da Robert Lado, il grado di difficoltà che viene riscontrato dagli studenti nell’apprendere un dato fenomeno di una seconda lingua dipende da quanto esso differisca dal corrispettivo fenomeno nella lingua madre (Lado, 1957). Con l’ipotesi di Lado prendono il via gli studi basati sull’analisi contrastiva che inizialmente si ponevano l’obiettivo di “prevedere” gli errori degli apprendenti in base alle differenze individuate tra le due lingue. Sebbene in una forma meno radicale, tale analisi viene utilizzata anche oggi per identificare le aree nella lingua di apprendimento che potenzialmente possono creare difficoltà per certi gruppi di apprendenti (Ellis, 2008, pp. 361-364).

Alla luce della tesi di R. Lado, la traduzione delle espressioni possessive dall’italiano al russo è, senz’altro, un argomento degno di un’analisi più approfondita. Esaminando i dati del learner corpus, la nostra attenzione è stata attirata dalle traduzioni come 1a-d (nell’esempio 1a è riportata la frase originale in italiano, mentre gli esempi 1b-d rappresentano varie traduzioni di studenti):

  1. La cucina italiana ha una storia secolare.
  1. У  итальянской кухни  есть  вековая история.
  2. У  итальянской кухни  многовековая история.
  3. Итальянская кухня имеет вековую историю.
  4. Итальянская кухня имеет вековую историю.

Come si vede da questi esempi la frase originale 1a contiene il verbo italiano avere che viene reso nelle traduzioni in tre modi diversi:

Questi esempi di traduzione mostrano le differenze tipologiche che esistono tra le lingue come l’italiano e il russo. I mezzi universali dell’espressione di possesso sono rappresentati dai verbi essere e avere (Benveniste, 1960). A seconda del verbo che viene utilizzato come base, le lingue possono essere classificate in due gruppi, ‘Have languages’ vs. ‘Be languages’, con la lingua russa collocata nel secondo gruppo (Isačenko, 1974). Così, mentre la lingua italiana per esprimere il possesso utilizza il verbo transitivo avere, la lingua russa ricorre per la stessa categoria semantica soprattutto al costrutto predicativo con il verbo est’ e la preposizione di spazio у (‘presso’).

Nonostante il costrutto у X est’ Y rappresenti il modo più diffuso per esprimere il possesso, il russo ricorre anche all’uso del verbo transitivo imet’ che, però, ha delle restrizioni stilistiche: il dominio principale è il linguaggio scritto ed è diffuso soprattutto nel linguaggio pubblicistico e scientifico (Ivanov, 1989, p.176). Il costrutto predicativo, invece, è più caratteristico del linguaggio colloquiale, per cui si può affermare che i due costrutti hanno distribuzione complementare.

La scelta degli studenti viene ulteriormente complicata dal fatto che il costrutto predicativo si usa anche nella versione con il verbo est’ omesso, cioè у X Y. Il significato della traduzione 1c è diverso da quello della traduzione 1b perché l’attenzione si sposta dal possesso stesso, espresso dal verbo essere esplicito, alle caratteristiche particolari dell’oggetto del possesso (per approfondimento, vedi Seliverstova, 1973).

Gli esempi di traduzione 1a-d, dunque, sono interessanti anzitutto per vedere le scelte traduttive e le preferenze degli studenti, visto che il verbo italiano avere trova nella lingua russa più corrispondenze. Inoltre, analizzando le traduzioni del verbo avere, sorge un’altra domanda, se possiamo considerare gli esempi come 1b e 1c del tutto corrispondenti alla norma della lingua russa moderna. Il dubbio sulla correttezza degli esempi è provocato dal fatto che il possessore, preceduto dalla preposizione y, è inanimato. La domanda alla quale proveremo a rispondere, quindi, riguarda la norma attuale della lingua russa e la compatibilità dell’uso dei possessori inanimati con il costrutto predicativo possessivo.

4. Costrutti possessivi nella didattica della lingua russa

La maggiore diffusione del verbo imet’ nel linguaggio scritto giustifica il fatto che il verbo viene introdotto agli studenti di lingua russa come L2 relativamente tardi. Sin dalle prime lezioni gli studenti apprendono il costrutto predicativo у X est’ Y, inoltre gli argomenti del corso elementare e di quello base permettono di usarlo costantemente, perché vertono sulle situazioni di vita quotidiana. Il verbo imet’, invece, viene espressamente collocato soltanto nel “minimum lessicale” del livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (Andrjušina et al., 2011), anche se ne fanno un vasto uso i testi a partire dal livello B1.

I principianti di lingua russa, dopo essersi abituati ad usare il costrutto predicativo per esprimere possesso in tutti i contesti, “scoprono” al livello più avanzato, in modo spesso spontaneo e poco controllato dal docente, l’esistenza del costrutto alternativo, cioè x imeet y. Bisogna constatare anche che alla differenza dell’uso dei due costrutti non viene data la dovuta attenzione nei manuali di lingua russa, che si concentrano esclusivamente sull’uso del costrutto predicativo perché presenta per gli apprendenti italiani maggiori difficoltà dal punto di vista morfologico e sintattico.

5. Gli studi precedenti vs. il corpus di lingua russa

Il comportamento e la distribuzione nella lingua del costrutto у X est’ Y e del verbo imet’ sono stati trattati in numerosi studi precedenti. Purtroppo, se ci rivolgiamo a questi studi, non riusciremo ad ottenere una risposta univoca alla domanda che ci siamo posti.

Alcuni lavori dedicati alla categoria del possesso affermano l’impossibilità di usare il costrutto у X est’ Y con i possessori inanimati (Ivanov, 1989, p.176), mentre altri ammettono tale possibilità (Kobozeva, 2015; Weiss & Rakhilina, 2002, p.181). Inoltre, alcuni autori fanno notare che l’uso del costrutto predicativo con i possessori inanimati diventa possibile soltanto se vengono rispettate delle restrizioni (Činčlej, 1996, p.107):

Al contrario, in molti studi viene sottolineato che con i possessori inanimati e astratti si debba usare il verbo imet’ (Adamec, 1960, p. 213; Činčlej, 1996, p.107; Guiraud-Weber & Mikaelian, 2004, p. 65; Weiss & Rakhilina, 2002, p. 178). Questo fa supporre che i due costrutti si distribuiscano nei contesti in modo complementare, cioè in base all’animatezza del possessore.

Per controllare la verità di quest’ultima affermazione ci siamo rivolti al Corpus Nazionale di Lingua Russa[3], eseguendo la ricerca della seguente combinazione di parole: у + sostantivo inanimato nel caso genitivo + est’. Se il sostantivo (che indica il possessore) si trova a distanza 1 dalla preposizione у (cioè la segue), il corpus trova 1640 esempi, che soddisfano i parametri di ricerca. Aumentando fino a 2 la distanza tra il sostantivo e la preposizione у, troviamo molti altri esempi, nei quali il possessore è espresso dal gruppo sostantivo inanimato + aggettivo. 

Inoltre, esaminando i contesti del corpus, possiamo individuare almeno tre gruppi di contesti, nei quali il costrutto predicativo con il possessore inanimato è particolarmente ricorrente. Il primo gruppo più ampio rappresenta i contesti in cui il possessore indica un luogo (Paese, città, regione etc.) oppure il nome di una società (azienda, istituzione etc.), come illustrato dagli esempi 2-3 (negli esempi 2-6 nella lettera b viene riportata la traduzione dell’autore):

  1. У России есть три возможных вектора экономического развития.[4]
  2. La Russia ha tre possibili direzioni per lo sviluppo economico.

  1. У наших компаний и у «Газпрома» есть большой интерес к сотрудничеству.[5]
  2. Le nostre aziende e il “Gazprom” hanno un grande interesse a collaborare.

In tutte e due le tipologie di contesti il possessore, espresso da un sostantivo inanimato, fa riferimento a un gruppo di persone (e.g., cittadini di uno stato, i dipendenti di un’azienda). Un altro contesto tipico è presentato dall’esempio 4, nel quale il possessore e l’oggetto del possesso si trovano in relazione del tipo ‘parte-tutto’:

  1. У двигателя есть нагреваемый и охлаждаемый участки поверхности.[6]
  2. Il motore ha una superficie che va riscaldata e un’altra che va raffreddata.

Infine, in un vasto gruppo di contesti (cf. infra 5-6) l’oggetto del possesso si riferisce a una qualità del possessore.

  1. А еще у воды есть одно необычное свойство ― она сближает людей.[7]
  2. In più l’acqua ha una qualità particolare – avvicina le persone.

  1. У каждой цивилизации есть свой технологический предел[8].
  2. Ogni civiltà ha il suo limite tecnologico.

Consultando i dati del corpus, dunque, possiamo giungere alla conclusione che nella lingua russa moderna la reale diffusione del costrutto у X est’ Y con il possessore inanimato è molto più ampia rispetto a quanto ci si poteva aspettare basandosi sugli studi della categoria di possesso e perciò tale uso non può essere considerato irregolare.

I dati del corpus ci permettono anche di stabilire la provenienza degli esempi in questione che per due terzi appartengono ai testi non letterari, e in particolar modo ai testi pubblicistici, sovrapponendosi, così, con l’area di diffusione del verbo imet’. Un altro aspetto interessante emerge dall’osservazione diacronica dell’uso del costrutto predicativo con i possessori inanimati. La distribuzione della frequenza relativa di tale costrutto (divisa per mille parole) è presentata nell’immagine 1.

Immagine 1. La frequenza relativa del costrutto у + sostantivo inanimato nel caso genitivo + est’

L’immagine mostra che la frequenza dell’uso del costrutto predicativo con i sostantivi inanimati nell’arco di 100 anni è cresciuta. Questa tendenza è soprattutto evidente a partire dagli anni ’90 perché si registra un aumento pari a 2,7 volte.

Osserviamo adesso i dati del learner corpus di traduzioni per vedere se la distribuzione dei costrutti possessivi nei contesti corrisponde alla tendenza individuata nel Corpus Nazionale di Lingua Russa.

6. Costrutti possessivi nel learner corpus parallelo

Nel learner corpus parallelo abbiamo selezionato 21 contesti originali nei quali il possessore è espresso da un sostantivo inanimato. Il verbo imet’ rappresenta la traduzione più frequente, mentre nel 25% di traduzioni gli studenti hanno optato per il costrutto predicativo con la preposizione у. Circa nella metà di questi esempi il possessore indica un luogo e, quindi, corrisponde al primo gruppo di contesti, individuato nel Corpus Nazionale (cf. supra 2-3). Consideriamo i seguenti esempi (la traduzione mantiene l’ortografia originale):

  1. Amalfi, antica repubblica marinara, ha un'architettura straordinaria che mescola elementi arabi, bizantini, normanni.
  2. У Амалфи (древняя морская республика) чрезвычайная архитектура, которая смешивает арабские, византийские и норманнские элементы.
  1. L'Italia ha una tradizione culinaria unica.
  2. У Италии есть исключительная кульнарная традиция.

  1. Non tutti sanno che il capoluogo emiliano ha anche una tradizione musicale eccezionale.
  2. Не все знают, что у эмилианского административного центра есть также великолепная музыкальная традиция.

Possiamo considerare le traduzioni 7b, 8b e 9b accettabili?

Secondo alcuni autori (e.g., Činčlej, 1996; Ivanov, 1989; Kobozeva, 2015), nel caso in cui il nome del possessore sia legato al nome di un posto, non si può usare il costrutto possessivo, perché in questi casi il rapporto locativo prevale su quello possessivo e va espresso con il corrispondente costrutto locativo: в X есть Y, che significa ‘in X c’è Y’. Così, secondo Kobozeva (2015, p. 254), le frasi 7b, 8b e 9b non sono accettabili perché non possono essere interpretate nei termini di possesso e possono essere corrette soltanto con l’uso del costrutto locativo.

Anche Činčlej (1996, p. 108) non accetta l’uso del costrutto у X est’ Y nei contesti come 7-9, però fa notare che il possessore indicante una città o un Paese può essere interpretato in due modi: come un luogo oppure come un insieme di persone. Nel caso della seconda interpretazione Činčlej accetta l’uso del costrutto possessivo, però soltanto con il verbo imet’, anche se sottolinea che tale uso è poco naturale per la lingua russa e non può essere considerato del tutto regolare.

Un altro fattore dal quale, secondo noi, dipende la legittimità degli esempi 7b, 8b e 9b è legato alla semantica dell’oggetto di possesso: più concreto e materiale è, meno è accettabile l’uso del costrutto possessivo. Così, nell’esempio 7 in russo è preferibile usare il costrutto locativo.

Per quanto riguarda l’esempio 9, la traduzione 9b rappresenta un esempio non accettabile non solo in base a quanto è stato detto prima, ma anche perché il possessore inanimato è accompagnato da 2 aggettivi, formando una catena di parole declinate al caso genitivo. È proprio la pesantezza del genitivo, usato obbligatoriamente dopo la preposizione у, che rappresenta un altro motivo per cui i possessori inanimati, composti da più parole, vanno usati con il verbo imet’ (Guiraud-Weber & Mikaelian, 2004, p.65).

L’altra metà degli esempi del learner corpus è costituita dai contesti in cui l’oggetto del possesso indica una caratteristica del possessore inanimato e, quindi, corrisponde al terzo gruppo di contesti (cf. supra 5-6), individuato nel Corpus Nazionale, per esempio:

  1. I vini migliori, prodotti secondo tutte le norme, hanno il loro marchio di qualità DOC.
  2. У лучших вин, произведённых в соответствии с всеми правилами, есть свой знак качества “DOC”.
  1. I rapporti culturali tra la Russia e l'Italia hanno una lunga tradizione.
  2. У культурных обменов между этими двумя странами есть очень длинная традиция.

Anche in questi casi, secondo gli autori citati prima, l’uso del costrutto у X est’ Y non è accettabile per via dell’inanimatezza del possessore X e va sostituito dal costrutto con il verbo imet’.

La scelta tra i due costrutti con imet’ e est’, dunque, nelle traduzioni degli studenti sembra essere casuale, visto che entrambi i costrutti vengono impiegati per la traduzione del verbo avere. I dati del learner corpus confermano l’idea che l’utilizzo del costrutto possessivo у X est’ Y con i possessori inanimati è abbastanza diffuso nelle traduzioni degli studenti e viene usato indipendentemente dall’animatezza del possessore, nonostante questo utilizzo venga considerato inaccettabile da molti autori.

L’analisi svolta ci fa giungere anche ad un’altra conclusione: la distribuzione del costrutto possessivo у X est’ Y nel learner corpus assomiglia in una certa maniera ai dati del Corpus Nazionale di Lingua Russa, dove l’uso del costrutto predicativo possessivo persiste in alcune tipologie di contesti con il possessore inanimato.

7. Conclusioni

La sfera di applicazione dei risultati della ricerca, basata sui dati del learner corpus parallelo, è senz’altro la didattica delle lingue straniere e la didattica della traduzione attiva. L’analisi delle interlingue che si generano nei processi di traduzione attiva possono essere un valido aiuto per adottare un approccio empirico alla creazione dei materiali didattici e al miglioramento dei metodi di insegnamento.

L’analisi degli errori condotta in questo studio permette non solo di comprendere meglio le caratteristiche della specifica interlingua degli studenti di lingua russa, ma permette anche di identificare il problema laddove i materiali didattici tradizionali non lo “vedono”. Così bisogna constatare che l’uso e le differenze che mostrano i costrutti possessivi alternativi nella lingua russa non possono essere dati per scontato e vanno senz’altro approfonditi nelle grammatiche.

Rivolgere l’attenzione ai dati di un learner corpus, mono- o bilingue, può favorire anche la descrizione delle regole attuali di una lingua (nel nostro caso di lingua russa), che non sempre sono presenti nei dizionari e nelle grammatiche (Rakhilina, 2016). Sono proprio i dati del learner corpus che fanno sorgere dei dubbi sulla correttezza di certi usi e fanno riflettere sui confini della norma linguistica.

Lo studio, infatti, dimostra che l’uso del costrutto predicativo con i possessori inanimati, anche se non viene accettato dalla maggioranza degli studiosi, non può essere del tutto negato perché trova una diffusione nei dati del Corpus Nazionale di Lingua Russa. Possiamo affermare che i dati esaminati segnalano un’oscillazione oppure un mutamento in corso della norma? Forse. Questa domanda, però, sarà l’oggetto di un altro studio, che riguarderà esclusivamente le modalità dell’espressione del possesso nella lingua russa moderna e verrà intrapreso da noi nel prossimo futuro.

Bibliografia

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Received on 15 October 2018 and accepted for publication on 08 February 2019.


[1] Multilingual Student Translation (MUST) project (per le informazioni dettagliate vedi https://uclouvain.be/en/research-institutes/ilc/cecl/must.html)

[2]  La maggior parte delle traduzioni è stata preparata dagli studenti come compito assegnato ogni settimana, mentre una piccola parte delle traduzioni rappresenta il lavoro svolto in aula come esami in itinere oppure esami finali.  La raccolta e l’elaborazione dei testi sono state effettuate solo dopo la firma da parte degli studenti del loro consenso all’utilizzo delle traduzioni per motivi di ricerca.

[3] Disponibile su http://www.ruscorpora.ru/ 

[4] Tratto da: Arhangel’skaja, N. (2004) Strana v otsutstvie ljubvi [Il Paese in mancanza dell’amore]. Ekspert, 2004.12.06.

[5] Tratto da: Putin, V. (2004) Otvety na voprosy žurnalistov po okončanii vstreč glav gosudarstv i pravitel’stv “Gruppy vos’mi” [Risposte alle domande dei giornalisti alla fine dell’incontro dei capi di Stato e di Governo del G8]. Diplomatičeskij vestnik [Messaggero diplomatico], 2004.07.27.

[6] Tratto da: B’uro naučno-tehničeskoj informacii [Agenzia dell’informazione tecnico-scientifica]. Nauka i žizn’ [Scienza e vita], 2007.

[7] Tratto da: Gusev, D. (2002) Po mor’am, po volnam [Sui mari, sulle onde]. Homes & Gardens, 2002.05.15.

[8] Tratto da: Pelevin, V. (2011) S.N.U.F.F.